Salvare "capra e Paoli"

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  • 03/08/2015
  • Antonio Corte
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Credo che un anno fa nessuno ci avrebbe scommesso un penny, ma il detto "mai dire mai" è sempre valido. Sono un possibilista, certamente si, credo nelle persone, sopratutto su chi non resta li a guardare ma a chi si mette in gioco, a chi accetta le sfide contro tutto e tutti ma mai contro se stesso, a chi non giudica e non vuole essere giudicato, a chi accetta un fallimento perché sa che quando arriverà il risultato sarà eclatante.

Dopo alcuni lunghi fatti con la testa ma sopratutto con il cuore "I Paoli" hanno voluto provare la sensazione vera della fatica, mettere alla prova i muscoli e la volontà, un duro test superato alla grande in compagnia di Davide, un ragazzo (beati vent'anni) che ha affrontato il percorso con rapporti del cambio non certo idonei. Non stiamo parlando di una salita comune o di un tratto di strada che si pedala tutti i giorni ma della mitica salita del "salto della capra". La salita con punte del 20% che da Fietta ci porta all'Archenson per poi scendere alla Valle delle Mure e risalire ancora fino ad arrivare alla cima del Monte Grappa dove hanno potuto timbrare il tesserino del Grappa per la quarta volta. Un pieno sicuro di autostima ti arriva quando superi questi traguardi, viene subito la voglia di riprovare a breve qualcosa di simile o di più arduo, altre salite, altri tracciati con tanti chilometri fino a quando si capisce che nulla potrà più fermare te e la tua bicicletta.

Un plauso va fatto a Davide e Andrea due speedman del Cycling Race che la capra se la sono "mangiata" domenica in mezzo ad un nebbione novembrino.

Bravi ragazzi. 

Inserito da in data
Quanto è vero. Due anni che abbiamo iniziato questa passione, in tutti i suoi significati, e ci meravigliamo giorno dopo giorno dei risultati che stiamo ottenendo. Ma un vero grazie di cuore va a tutti quei ciclisti che ci hanno date delle " piccole perle di saggezza " , facendone tesoro ci hanno permesso di migliorarci giorno per giorno.
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